12 Ottobre 2021

Covid: OMS, su salute mentale pochi fondi anche se è urgente

12 ottobre 2021 – Carenza di investimenti, nonostante il bisogno reso ancora più urgente dalla pandemia da Covid, e mancato raggiungimento degli obiettivi di promozione della salute mentale previsti per il 2020: a denunciarlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) con l’ultima edizione dell’Atlante sulla salute mentale, che contiene i dati di 171 paesi. “E’ molto preoccupante che, nonostante l’evidente e maggiore bisogno di servizi di salute mentale, le buone intenzioni non si siano tradotte in investimenti. Dobbiamo agire per aumentare rapidamente le risorse sulla salute mentale”, rileva il direttore generale dell’Oms, Tedros Ghebreyesus. Nessuno degli obiettivi stabiliti è vicino dall’essere raggiunto. Secondo i dati dell’Oms, nel 2020, solo il 52% degli stati membri ha raggiunto l’obiettivo dei programmi di prevenzione della salute mentale, ben lontani dal raggiungere la soglia dell’80%. L’unico punto segnato nel 2020 è stata la riduzione del 10% del tasso di suicidio, anche se solo 35 anni hanno detto di avere strategie autonome di prevenzione. Progressi continui sono comunque evidenti nell’adozione di politiche di salute mentale e nel riportare i principali indicatori. Tuttavia, la percentuale dei budget di salute spesi dai governi sulla salute mentale è cambiata poco negli ultimi anni e si aggira ancora sul 2% circa, con solo il 39% dei paesi che ha allocato le risorse umane necessarie e il 34% fornito quelle finanziarie. Inoltre solo il 25% dei paesi ha provveduto a decentralizzare i servizi di salute mentale, integrandoli alle cure primarie, così come raccomandato dall’Oms. C’è stato però un aumento dei paesi che includono nelle assicurazioni sanitarie nazionale le terapie per disturbi come psicosi, depressione e disturbo bipolare, anche se a livello globale le persone in terapia sono sotto il 50% (40% per la depressione e 29% per la psicosi). Il numero medio globale di operatori di salute mentale è leggermente cresciuto, passando da 9 per 100.000 abitanti nel 2014 a 13 nel 2020. Dati che hanno spinto l’Oms ad estendere al 2030 gli obiettivi del Piano d’azione per la salute mentale, inizialmente stabiliti per il 2020.