22 Gennaio 2024

Emicrania ricorrente, un problema per 4 milioni di donne in Italia

22, gennaio 2024 – Il mal di testa la seconda patologia più disabilitante che colpisce l’intero genere umano anche se interessa maggiormente l’universo femminile. Si calcola, infatti, che in Italia colpisca, almeno una volta nella vita, circa una donna su tre. Sempre nel nostro Paese l’emicrania ricorrente invece interessa 6 milioni e, di queste, 4 milioni sono donne. Diversi studi scientifici evidenziano come esistano diverse differenze di genere:
• le donne in tre mesi perdono meno giorni lavorativi (6,8) rispetto agli uomini (9,4)
• le donne utilizzano più medicine complementari o alternative (46%) rispetto agli uomini (40%)
• le donne presentano costi diretti sanitari maggiori (€ 1184) rispetto agli uomini (€ 773)

Come mai l’emicrania interessa maggiormente le donne? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Lidia Savi (già Direttrice del Centro Cefalee della AOU Città della Salute e della Scienza di Torino). “Il motivo è da ricercare nelle variazioni ormonali legate al ciclo riproduttivo della donna – afferma l’esperta -. Spesso ci capita di dover assistere pazienti che soffrono di emicrania mestruale o “catameniale” e cioè di forti mal di testa in occasione delle mestruazioni. A complicare la situazione può esserci anche l’utilizzo di contraccettivi orali o della terapia sostitutiva ormonale durante la menopausa. Per quanto riguarda invece la gravidanza a volte ha un effetto protettivo soprattutto per la forma di emicrania senza aura. Altre volte invece è precipitante e proprio in questa fase delicata della vita femminile possono scatenarsi gravi attacchi. Tutto ciò può provocare a difficili complicanze e disagi nella vita di tutti i giorni”.

Un prodotto a base di estratti di due piante erbacee (il Partenio e la Griffonia) con l’aggiunta di magnesio (un minerale che contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso) si è rivelato efficace nel trattare in acuto i sintomi dell’aura Si chiama Aurastop ed è in grado di ridurre la durata dell’aura di più del 50% nel 93% dei pazienti mentre è in grado di ridurre la disabilità addirittura a un terzo nella medesima percentuale di pazienti.